Associazioni culturali e riforma del terzo settore

Con l’approssimarsi dell’entrata in funzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), previsto dal “codice del Terzo Settore” (D.Lgs. 117/2017) molte realtà associative si troveranno innanzi ad un bivio e dovranno scegliere se iscriversi o meno al suddetto registro.

Tra queste realtà vi sono le associazioni culturali (o anche musicali, semplici, turistiche) per le quali bisogna, necessariamente, fare considerazioni, anche, in base all’impatto della riforma fiscale del settore.

Iniziamo con il dire che una volta entrato in funzione il RUNTS e le norme fiscali del Codice del Terzo Settore le associazioni culturali non potranno più usufruire di vari benefici fiscali tra i quali, senza dubbio i più importanti, sono quelli collegati all’art. 148 Tuir e alla Legge 398/1991.

Le associazioni dovranno, quindi, fare un’oculata valutazione dei pro e dei contro circa la possibile scelta di iscrizione al RUNTS, tuttavia tale scelta, in alcuni casi, non potrà che essere orientata sull’iscrizione al Registro; se, ad esempio, l’associazione effettua attività con il pagamento di corrispettivi specifici da parte dei propri associati, per poter continuare ad usufruire della de-commercializzazione dei rispettivi incassi (oggi concessa in virtù del comma III dell’art. 148 Tuir) dovrà non solo iscriversi al RUNTS ma anche nella relativa sezione riservata alle Associazioni di Promozione Sociale (unica categoria associativa che mantiene un’agevolazione analoga); pertanto, tornado all’esempio appena mostrato, l’associazione culturale dovrà, anche, trasformazioni in APS.

Altri elementi che possono orientare la scelta circa l’iscrizione al RUNTS da parte dell’associazione possono essere la volontà di usufruire del 5 x 1000, di volere avere rapporti in convenzione con la P.A., di usufruire di agevolazioni fiscali sulle donazioni, di partecipare a bandi pubblici, di avere agevolazioni urbanistiche sulla sede sociale, di avere un regime fiscale di favore sulle eventuali attività commerciali etc.

Vero è che, rispetto allo scenario attuale, l’iscrizione al RUNTS richiederà adempimenti sino ad ora riservati al solo mondo dell’impresa (come ad esempio il deposito del bilancio o rendiconto) e che molte associazioni dovranno, quindi, effettuare una vera e propria rivoluzione organizzativa del proprio ente tuttavia, tranne rare eccezioni, la scelta dell’iscrizione al Registro si configura quale opzione necessaria per continuare ad operare nell’ambito del non-profit.

 

Avv. Luca Concilio